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L'Alluvione del 4 novembre 1966

Officine Piaggio a Pontedera

Officine Piaggio a Pontedera

Santa Croce sull'Arno

Santa Croce sull'Arno

Cascina e dintorni

Cascina e dintorni

Pisa, Ponte Solferino

Pisa, Ponte Solferino

Pisa, via San Francesco

Pisa, via San Francesco

Pisa, via San Francesco

Pisa, via San Francesco

Pisa, Borgo Stretto

Pisa, Borgo Stretto

Pisa, Piazza Garibaldi

Pisa, Piazza Garibaldi

Pisa, Borgo Stretto

Pisa, Borgo Stretto

Pisa, Chiesa della Spina

Pisa, Chiesa della Spina

Pisa, Corso Italia

Pisa, Corso Italia

Pisa, Lungarno Pacinotti

Pisa, Lungarno Pacinotti

Pisa, Ponte di Mezzo

Pisa, Ponte di Mezzo

Pisa, Piazza dei Miracoli

Pisa, Piazza dei Miracoli

Passerella San Michele degli Scalzi

Passerella San Michele degli Scalzi

Pisani in fuga da San Michele degli Scalzi

Pisani in fuga da San Michele degli Scalzi

Pisa, San Michele degli Scalzi

Pisa, San Michele degli Scalzi

I fatti drammatici che sconvolsero Firenze, Pisa e il Valdarno nella giornata del 4 novembre 1966 resteranno per sempre scolpiti nella storia e nella memoria dell’Italia contemporanea. Non si trattò soltanto di un evento alluvionale di eccezionale portata con pochissimi precedenti storici paragonabili, ma anche e soprattutto di uno spartiacque storico rilevante.

L’Italia del ’66 era una nazione che, nonostante stesse vivendo un intenso processo di crescita economica, sotto alcuni aspetti fondamentali nel controllo del territorio e della comunicazione pubblica mostrava ancora forti limiti. All’epoca infatti non esisteva la Protezione Civile, e la gestione degli interventi di soccorso durante le calamità naturali di fatto ricadeva sulle Forze Armate. Mancava un coordinamento centrale, e questo ebbe ripercussioni molto negative sulla capacità di mettere in campo tempestive strategie di intervento da parte del governo, che riuscì ad organizzare il primo intervento organico dopo ben sei giorni dall’inondazione.

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